Migrazioni Antigone - Ilaria Drago

Logout
Vai ai contenuti

Migrazioni_Antigone non muore | Editore: Nemapress  -  Collana: Teatro

prefazione di Rosaria Lo Russo


traduzione spagnola di Yoana Ruiz Torrijos | traduzione inglese di Robert Lincoln Hackett


Testo dello spettacolo che la Compagnia Ilaria Drago ha portato in scena per il Festival Inequilibrio organizzato da Armunia lo scorso giugno 2018: Migrazioni_cambiare la fine | senza confini Antigone non muore. Lavoro a cui hanno partecipato tre paesi europei diversi: Italia, Francia, Repubblica Ceca. 


Scritto in tre lingue italiano, spagnolo, inglese il testo parla di diritti umani attraverso la voce poetica di Antigone. Il fratello Polinice diventa infatti emblema di tutti i diseredati, i carcerati, i migranti, i tossici, i barboni e la storia si fa anche portatrice della voce di donna mercificata, stuprata esposta come un oggettino in vendita. 


Antigone dalla grotta dove è stata sepolta viva in attesa di una morte orribile, diviene bestia impaurita, cagna che morde, donna ferita, lupa che ulula la sua rivendicazione mentre fra le ombre costruisce il suo vascello metallico che sfonderà le pareti della prigione per portarla viva e forte oltre ogni tempo: “voglio la gioia come atto politico, il dissenso della felicità come arma da impugnare contro tutta la barbarie dello sconforto! Lasciare andare i morti, lasciare andare al passato ciò che si è spento, lasciare che sia luce quel che si traveste di buio!”


Dalla prefazione di Rosaria Lo Russo: “Ogni deformazione baconiana del suo corpo di attrice, ogni sparizione della sua persona a favore della riviviscenza nelle sue eroine ha questo specifico elemento tragico: è volta alla retorica poetico-politica della catarsi sociale, è un’immagine sacrificale di vittoria del Tutto Bene sul male di vivere. Amazzone Angelica, Vergine Indomita, Ragazza Ribelle, tragos angelicato che inscena ogni giorno il rito dell’offerta della propria sgozzatura catartica; il teatro di Ilaria rispetta un’unica legge, mai un nomos, mail il Nomos Patriarcale, ma la legge dell’amore di una ragazza cristica crucifera, quella legge che vede la salvezza, la palingenesi del mondo, nell’offrirsi come femmina sacrificale che toglie i peccati del mondo. E’ l’offerta di un Sé sacrificale il nocciolo vivente del teatro tragico di Ilaria Drago.”


Torna ai contenuti